Operazione interforze tra Bari, Taranto e Palermo: 19 arresti
A seguito di una complessa indagine che ha coinvolto Polizia di Stato, Arma dei carabinieri e Guardia di finanza, tra Bari,Taranto e Palermo, questa mattina, sono state arrestate 19 persone per reati di associazione di tipo mafioso, estorsione, porto e detenzione di armi comuni da sparo, spaccio di stupefacenti, scambio elettorale politico-mafioso e associazione per delinquere finalizzata alla corruzione elettorale.
L’attività d’indagine è stata articolata in due i filoni investigativi, distinti ma collegati tra loro; il primo filone, seguito dai carabinieri ha portato all’individuazione dei componenti di un’associazione di tipo mafioso operante sul territorio di Valenzano, in provincia di Bari, propaggine del noto e storico clan Parisi; mentre il secondo filone d’indagine, seguito dai poliziotti della Squadra mobile e dalla digos della Questura di Bari e dai militari della Guardia di finanza del capoluogo pugliese, si è concentrato su 4 persone accusate dei reati di scambio elettorale politico-mafioso e associazione per delinquere finalizzata alla corruzione elettorale.
L’indagine della Polizia di Stato, riferita al secondo filon,e ha messo in luce l’attività criminale di un’organizzazione che in occasione delle elezioni di maggio 2019 del comune di Bari, reclutava elettori a cui corrispondere 25 o 50 euro per ogni singolo voto in favore di una candidata, alla carica di consigliere comunale.
Secondo gli investigatori l’associazione criminale sarebbe stata promossa, costituita e organizzata sia dalla candidata, risultata poi eletta, che dal suo convivente che intratteneva rapporti con elementi di spicco della criminalità organizzata locale e a cui si rivolgeva per reperire i voti. Tra i promotori dell’associazione anche un noto imprenditore edile, già consigliere comunale a Bari, nonché attuale presidente di una società di calcio militante nel campionato di serie C.
Dalle intercettazioni e pedinamenti è emerso che l’associazione criminale si avvaleva di sette persone che avevano il ruolo di “portatori di voto”, ossia quello di individuare, contattare e reclutare il maggiore numero possibile di elettori da cui avrebbero comprato i voti.
È stato accertato che durante le elezioni comunali di Valenzano del novembre 2019, il vertice dell’organizzazione mafiosa oggetto del primo filone investigativo condotto dall’Arma dei carabinieri, avrebbe assunto l’impegno di procurare voti tra i suoi affiliati, a favore di alcuni candidati di una lista civica promossi dalla stessa coppia già protagonista delle precedenti elezioni del comune di Bari con la promessa di ricevere dei “favori” una volta eletti come, ad esempio, la modifica del piano regolatore comunale per rendere edificabili terreni di sua proprietà e dei suoi uomini.