Palermo: addio al pizzo per l'"esercito" dei Lo Piccolo
Ennesimo
colpo inferto dalla Polizia di Stato alle organizzazioni mafiose. Questa mattina gli uomini della Squadra mobile di Palermo hanno
arrestato 62 persone in esecuzione di 63 ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse dal Tribunale del capoluogo siciliano su richiesta
della Direzione distrettuale antimafia; uno è tutt'ora ricercato.
Le accuse sono di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione, associazione finalizzata al traffico di droga, porto e
detenzione di armi da fuoco, intestazione fittizia di beni, tutti reati aggravati dalla modalità mafiosa.
Gli arresti sono avvenuti nell'ambito della quinta fase dell'operazione "Addio pizzo" che ha messo in ginocchio il folto
"esercito" che faceva capo a Salvatore e Sandro Lo Piccolo, i boss padre e figlio finiti dietro le sbarre nel 2007 e che gestiva a
Palermo le estorsioni e il traffico di droga.
Questa ultima fase delle indagini si è sviluppata grazie al lavoro certosino dalla Sezione criminalità organizzata della Squadra
mobile, che ha decriptato i "pizzini" trovati nell'ultimo covo utilizzato dai boss durante la loro latitanza, riuscendo a dare
un'identità ai nomi scritti in codice.
In alcuni casi la scientifica è riuscita a ricostruire alcune volontà espresse dai boss estrapolando i dati contenuti nel nastro di
una macchina da scrivere utilizzata dai Lo Piccolo, gettato tra i rifiuti perché consumato.
Le indagini si sono avvalse anche della collaborazione dell'associazione antiracket "Addio pizzo" e di molte vittime delle
estorsioni che questa volta hanno parlato: dopo aver ammesso di pagare il pizzo, hanno anche indicato quali fossero gli esattori
che li intimidivano quando esitavano e ai quali davano il denaro.
L'operazione ha portato complessivamente all'arresto di 184 persone e al sequestro di 15 società con fatturati di alcuni milioni di euro.
Sono stati individuati i responsabili di 87 estorsioni, molte delle quali documentate con video, intercettazioni telefoniche ed ambientali,
commesse ai danni di alberghi, cantieri nautici, commercianti e imprese edili, alcune delle quali impegnate nei lavori di ristrutturazione
dell'aeroporto di Palermo, nella realizzazione di una caserma militare e di un asilo materno.
È stata fatta luce anche sul disegno dei Lo Piccolo di monopolizzare il mercato palermitano del traffico di cocaina,
invadendolo con la polvere bianca proveniente dal Sud-America attraverso i porti olandesi.