Palermo ricorda i 100 giorni del prefetto Dalla Chiesa

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Il ministro dell'Interno Maroni e il capo della Polizia ManganelliVia Isidoro Carini a Palermo. Il ministro dell'Interno Roberto Maroni, insieme al capo delle Polizia prefetto Antonio Manganelli e al comandante dei Carabinieri Leonardo Gallitelli ha deposto, il 3 settembre, una corona di alloro; lì dove - 27 anni fa - la mafia ha ucciso, in "un barbaro attentato" - come lo ha definito il capo della Stato Giorgio Napolitano - il prefetto Carlo Alberto Dalla Chiesa, sua moglie Emanuela e l'agente di polizia Domenico Russo che gli faceva da scorta.

Un attentato avvenuto il 3 settembre del 1982 solo 100 giorni dopo che il generale Dalla Chiesa era stato nominato prefetto di Palermo con il compito di dare maggiore impulso alla lotta contro Cosa Nostra. "Il Paese ricorda con immutata emozione la cieca violenza di quell'atto con cui la mafia volle colpire un fedele servitore dello Stato" ha sottolineato il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. "Le dolorose immagini di quella tragica sera" ribadisce "non debbono essere dimenticate".

Molte le autorità, civili e militari, presenti sul luogo dell'eccidio per la cerimonia di commemorazione a cui ha fatto seguito anche la celebrazione della Santa Messa presso la chiesa "San Giacomo dei militari" all'interno della caserma "Dalla Chiesa". "Dall'eccidio del generale Dalla Chiesa - ha detto il ministro dell'Interno Roberto Maroni - "molte cose sono state fatte contro la criminalità organizzata, ma purtroppo la vittoria finale non è ancora arrivata".

Nella serata il capo della Polizia Antonio Manganelli ha assistito anche alla rappresentazione di un monologo teatrale dal titolo "Poliziotta per amore" scritto da Nando Dalla Chiesa, figlio del generale Carlo Alberto, e in prima linea nella lotta alla mafia. Lo spettacolo che si è svolto alle 20 al teatro Biondo di Palermo racconta la storia di una liceale di sinistra che, sfidando il parere del suo "collettivo", decide di entrare in polizia. Due i principali motivi che fanno scattare in lei la vocazione di combattere la mafia: la strage di via d'Amelio in cui - oltre al magistrato Paolo Borsellino - tra gli agenti della scorta perse la vita per la prima volta una poliziotta, Emanuela Loi. A convincerla anche le parole di Saveria Antiochia mamma di Roberto, poliziotto di 23 anni ucciso nell'agguato al commissario Ninnì Cassarà che ebbe grande coraggio di sfidare la mafia per amore del figlio.

''I poliziotti e tutti i rappresentanti delle forze dell'ordine di Palermo sono operatori e garanti della sicurezza, ma anche testimoni di ricordi di un passato di sacrifici''. Lo ha detto il capo della Polizia, prefetto Antonio Manganelli, al termine del recital.

03/09/2009
(modificato il 01/10/2009)