Pansa: la sicurezza non è un onere
Nel pomeriggio di ieri il capo della Polizia Alessandro Pansa ha tenuto
una lectio magistralis
all'Università "Bocconi" di Milano dal titolo "Giorgio Ambrosoli: società civile, economia e rischio criminalità".
Durante la lezione il capo della Polizia, affrontando il tema del rapporto tra economia, finanza e legalità, ha sottolineato che ''Investire
nella sicurezza non è un onere passivo ma un fattore di attenzione e una condizione non secondaria di crescita economica".
Parlando dell'Expo 2015 il Prefetto ha sottolineato come questa sia un'opportunità di crescita economica, ponendo l'attenzione sul fatto che ''La realizzazione di opere infrastrutturali non suscita soltanto l'interesse delle imprese, ma fa gola alle organizzazioni criminali impegnate soprattutto ad infiltrarsi nelle gare di appalto''.
La strada da seguire nel tentativo di scongiurare questo rischio è principalmente quella della prevenzione. ''L'esperienza - ha evidenziato Pansa a questo proposito - ci insegna che in casi di gare di appalto è necessario anticipare misure di prevenzione''. È soprattutto per questo che ''il legislatore ha adottato soluzioni fin dal 2009''.
È stata istituita infatti una "white list" delle imprese che partecipano alle gare legate all'Esposizione univesale, predisponendo anche l'utilizzo di uomini della Dia nei controlli antimafia. E i risultati, secondo il capo della Polizia, non mancano: ''Finora sono stati emessi 23 provvedimenti restrittivi nei confronti di aziende che hanno subito infiltrazioni criminali, mentre sono 7 le imprese per il momento escluse dalla white list''.
Giornata della sicurezza all'Abi
Nella mattinata il prefetto Pansa aveva partecipato alla presentazione del rapporto sulla criminalità predatoria. Durante il suo intervento il
capo della Polizia ha dichiarato: "Per la sicurezza è sempre più necessario un rapporto tra il pubblico e il privato poiché consente
di ottenere risultati migliori".
Poi Pansa ha aggiunto: "Questo rapporto di collaborazione ha dato risultati positivi con le banche dove dal 2007 la riduzione del numero delle rapine è notevole ma questo non è un segnale per stare tranquilli poiché le criminalità sono fenomeni che si evolvono nel tempo e oggi ci confrontiamo con forme di criminalità sempre più sofisticate".
Nel 2012
incremento del 5% delle rapine
Secondo i dati del quarto rapporto intersettoriale sulla criminalità predatoria, a fronte di un incremento del 5% di tutte le rapine
denunciate in Italia nel 2012, sono diminuiti del 10,1% gli episodi criminosi messi a segno nelle banche e del 7,5% quelli compiuti ai danni delle
tabaccherie. La recrudescenza del fenomeno riguarda invece gli esercizi commerciali (+13,3%) e gli uffici postali (+5,2%), mentre sono
pressochè stabili le rapine nelle farmacie (+0,1%). Questi dati sono stati annunciati nel corso della "Giornata della sicurezza" che si è
tenuta oggi a Roma nella sede dell'Abi (Associazione bancaria italiana) e alla quale ha partecipato anche il capo della Polizia e direttore
generale della Pubblica Sicurezza Alessandro Pansa.
"Per la sicurezza è sempre più necessario un rapporto tra il pubblico e il privato poiché consente di ottenere risultati migliori". Lo ha dichiarato proprio il capo della Polizia Alessandro Pansa alla presentazione del rapporto sulla criminalità predatoria. "Questo rapporto di collaborazione ha dato risultati positivi con le banche - ha detto il prefetto Pansa - dove dal 2007 la riduzione del numero delle rapine è notevole ma questo non è un segnale per stare tranquilli poiché le criminalità sono fenomeni che si evolvono nel tempo e oggi ci confrontiamo con forme di criminalità sempre più sofisticate".
Italia tra i Paesi più sicuri
In Italia ''Non c'è un deficit di sicurezza ma di legalità'' ha ricordato Alessandro Pansa sottolineando come ''Il livello di sicurezza
in Italia non è tra i peggiori d'Europa'' e che anzi ''Siamo tra i Paesi più sicuri. Un esempio? - ha detto - quello di Napoli che ha
meno furti di Marsiglia, circa un terzo, o Roma che registra meno omicidi di capitali quali Parigi o Londra''.
Eppure, ha fatto notare il capo della Polizia, ''Sembriamo più insicuri per il forte deficit di legalità''. Insomma, una situazione, quella nazionale, che deve fare i conti ''Con una somma di tante piccole illegalità che determinano anche modelli di sicurezza che sono completamente differenti da altri Paesi e che hanno determinato forme del tutto straordinarie di fenomeni di contrasto, sviluppando nel tempo un concetto più flessibile della sicurezza''.
Un modello, quello italiano, ha concluso Pansa ''che ha scoperto che si potevano, in questa nostra situazione, innalzare i livelli di sicurezza coinvolgendo altri protagonisti'' come, ad esempio, gli istituti bancari.
(modificato il 28/11/2013)