Pescara: 12 arresti per usura
Un piccolo imprenditore di Pescara di fronte alla grave malattia che ha colpito il padre è stato costretto da un gruppo di usurai a dilapidare, in breve tempo, il patrimonio di famiglia. Dopo la denuncia dell'uomo e una serie d'indagini ed intercettazioni, le Squadre mobili di Pescara e di Napoli, hanno arrestato 12 persone, 8 abruzzesi e 4 campani, indagate per il reato di usura, estorsione e sequestro di persona.
Nell'ottobre del 2007, l'imprenditore alla ricerca di una soluzione per salvare la vita al padre che aveva urgente bisogno di un trapianto di fegato, è caduto nella trappola di un truffatore che vantava di avere amicizie in una clinica privata in Svizzera.
La proposta era quella di accedere a un fantomatico finanziamento europeo, con una banca, per la sua attività commerciale per un importo di 1 milione e 500mila euro. Questa somma gli avrebbe consentito di pagare alcune persone per ottenere così dei favori sulla lista dei trapianti nella clinica in Svizzera. Per ottenere l'ingente prestito proposto c'era però bisogno di una liquidità di 100mila euro che sarebbe servita per coprire le "spese" iniziali con un bancario. Non avendo liquidi su cui contare, l'imprenditore si rivolse ad alcuni rom locali.
Nel corso del tempo le richieste di denaro da parte dei due estorsori divennero più esose tanto da portare l'imprenditore sul lastrico con un danno valutato di oltre due milioni di euro fino a quando, non potendo più pagare, l'uomo venne picchiato a Pescara; costretto a salire su una vettura e condotto fino a San Giorgio a Cremano (Na) dove viene nuovamente malmenato. Dopo la sua denuncia i criminali sono stati arrestati.