Pescara: con l'operazione "Cormorano" 38 trafficanti in carcere
Un'indagine della Squadra mobile di Pescara durata 3 anni si è conclusa questa mattina con 38 misure cautelari in carcere eseguite in otto province diverse (Pescara, Chieti, Teramo, Campobasso, Macerata, Taranto, Napoli e Bergamo).
È stata denominata "Cormorano" l'operazione antidroga conclusa all'alba dagli agenti della questura e coordinata dalla Direzione centrale antidroga e dal Servizio centrale operativo di Roma e con il contributo del Reparto prevenzione crimine di Pescara, del Reparto mobile di Senigallia.
Più di 200 agenti sono stati impiegati per chiudere un'attività investigativa che ha permesso di bloccare un'organizzazione criminale composta da alcune famiglie nomadi della provincia di Pescara, da pregiudicati pescaresi e campani e da albanesi.
Gli spacciatori trafficavano in eroina e cocaina provenienti dall'Albania, dalla Campania e dalla Lombardia, e destinate al mercato pescarese, a quello delle altre province abruzzesi e anche a quello delle regioni limitrofe.
Parte dei soldi dell'attività di spaccio veniva reinvestita nell'acquisto di ulteriori partite di stupefacente, e il restante in affari illeciti.
L'indagine si è sviluppata indagando sull'omicidio di Manuela Di Cesare avvenuto nell'aprile del 2007. In tale contesto i poliziotti scoprivano un traffico di sostanze stupefacenti che interessava più gruppi criminali. In particolare, uno dei destinatari dello stupefacente era Massimo Giocondi che acquistava cocaina che proveniva prevalentemente dalla zona di Napoli.
Le successive attività investigative consentivano di individuare un primo gruppo criminale con a capo Giovanni Cozzolino, detto "Giannino", residente a Napoli, ma che ogni settimana andava a Montesilvano (Pescara) dove si riuniva con il resto della banda nel parcheggio del centro commerciale "Cormorano".
Attraverso le intercettazioni telefoniche, emergevano altri due gruppi che si rifornivano dallo stesso canale utilizzato da Cozzolino per poi smerciare la droga nel mercato della costa pescarese: si trattava del gruppo della famiglia rom di Claudio Spinelli e del gruppo del pluripregiudicato Claudio Di Risio.
Spinelli si riforniva di eroina anche da un gruppo albanese a cui si rivolgevano anche altre famiglie criminali pescaresi tutte scoperte seguendo la stessa indagine che permetteva di individuare un ulteriore canale di traffico di droga gestito da altri cittadini albanesi.
Nell'indagine hanno avuto notevole importanza le intercettazioni telefoniche e ambientali. L'ascolto dei colloqui tra gli spacciatori seppur basate su frasi cifrate ed espressioni convenzionali per mascherare i traffici, hanno comunque permesso di sequestrare 37 chili di droga tra cocaina ed eroina, ad arrestare in flagranza 15 persone tra corrieri e magazzinieri dello stupefacente ed alla scoperta a Viadana (Mantova) di un vero e proprio laboratorio per la lavorazione ed il confezionamento di eroina.
Complessivamente la droga sequestrata, una volta immessa sul mercato, avrebbe fruttato quasi tre milioni di euro.
Le persone arrestate oltre ad avere numerosi precedenti penali, avevano anche la disponibilità di armi ed esplosivo.
Al momento risultano latitanti due albanesi ricercati sia in Italia che all'estero.
(modificato il 25/03/2011)