Preso a Teramo il presunto killer di Rimini

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L'identikit del presunto killer di Rimini

Dopo una serrata caccia all'uomo durata tre giorni la Squadra mobile di Rimini ha finalmente arrestato l'uomo dell'identikit, il probabile autore dell'efferato omicidio di Leonardo Bernabini, assassinato domenica scorsa nelle campagne di contrada Covignano con due fucilate alla nuca.

Si chiama Marco Zinnanti e ha 22 anni, è stato rintracciato in località Imposte del Comune di Rocca Santa Maria, in provincia di Teramo, a circa 300 chilometri dal luogo dell'omicidio.

Poco prima era stata arrestata anche la sorella del presunto assassino, sorpresa mentre cercava di ripulire il covo del fratello, all'interno del quale erano nascoste armi, droga, denaro contante e documenti falsi.

La Squadra mobile aveva diffuso l'identikit del presunto killer del sessantenne, un autotrasportatore che per arrotondare accompagnava abusivamente i giovani nelle discoteche della riviera.

Ed è proprio in questo contesto che potrebbe essersi verificata la tragica fatalità che ha fatto incontrare vittima e carnefice.

Dopo una notte passata in discoteca il 22enne avrebbe litigato con qualcuno, e dopo la discussione se ne sarebbe andato minacciando vendetta. Uscito dal locale avrebbe chiamato Bernardini per farsi accompagnare a Covignano, dove era nascosto il fucile con il quale aveva probabilmente l'intenzione di tornare in discoteca per chiudere i conti. Ed è a questo punto che forse è scattato il meccanismo che ha portato all'omicidio. Il tassista alla vista dell'arma si è verosimilmente rifiutato di accompagnarlo, facendo così scatenare la rabbia del suo passeggero che non ha esitato a far fuoco.

Dopo l'omicidio il giovane sarebbe stato visto da alcuni testimoni che lo avrebbero incrociato nei pressi del luogo del delitto mentre, a torso nudo e sporco di sangue, si aggirava in stato confusionale parlando al telefono. Secondo gli investigatori stava contattando il padre per farsi andare a prendere.

Gli investigatori della mobile erano sulle tracce dell'omicida, e grazie alle testimonianze hanno realizzato l'identikit che è risultato determinante nella ricerca.

Gli agenti hanno trovato in un cespuglio l'arma del delitto, un fucile a canne mozze, sul quale sta lavorando la Scientifica di Bologna per i rilievi balistici e le impronte digitali che potrebbero accertare le responsabilità dell'arrestato.

Altri indizi utili potranno arrivare anche dall'analisi della macchina nella quale è stata trovata la vittima, e del traffico telefonico registrato domenica dalle celle della zona.

05/09/2012
(modificato il 06/09/2012)