Reggio Calabria: nuovo colpo alla 'Ndrangheta con 26 fermi

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Sono accusate di associazione mafiosa le 26 persone fermate questa mattina dalla Polizia a Reggio Calabria affiliate alle cosche Tegano e Labate.

Tra i fermati ci sono gli attuali reggenti della cosca Tegano che hanno sostituito i vari boss attualmente detenuti. Tra gli altri anche i fratelli del boss Giovanni Tegano, Giuseppe e Bruno, ed un genero, Antonio La Villa.

L'operazione, chiamata ''Archi'' dal nome del quartiere di Reggio dove sono presenti le famiglie storiche della 'Ndrangheta, è stata condotta dagli investigatori della Squadra mobile reggina e dal Servizio centrale operativo di Roma che hanno eseguito anche numerose perquisizioni.

Quella di oggi è un'operazione che segue quella denominata "Il crimine", condotta nel luglio scorso con l'arresto di oltre 300 persone.

L'inchiesta ha ricostruito anche come si è arrivati agli assetti attuali, partendo dalla guerra di mafia che tra il 1985 ed il 1991 provocò oltre mille morti a Reggio Calabria. Una mattanza che ebbe fine nel 1991 con alcuni incontri ''di pace'' che hanno cambiato sostanzialmente l'organizzazione.

L'attività investigativa si è sviluppata anche grazie alle dichiarazioni di alcuni boss diventati collaboratori di giustizia.

A fare dichiarazioni, in particolare, sono stati Roberto Moio, genero del boss Giovanni Tegano, il capo del stesso gruppo criminale, arrestato nell'aprile del 2010 dopo molti anni di latitanza; il boss emergente Antonino Lo Giudice, e Consolato Villani, affiliato allo stesso clan Lo Giudice.

Grazie alle loro dichiarazioni ed alle indagini condotte, gli investigatori hanno ricostruito la storia criminale di Reggio degli ultimi anni e le dinamiche di vertice.

05/04/2011
Parole chiave:
'ndrangheta