Reggio Calabria: presi mandanti ed esecutori degli attentati ai magistrati

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Le rivelazioni del boss pentito della 'Ndrangheta Nino Lo Giudice hanno permesso agli uomini della Squadra mobile di Reggio Calabria e dello Sco di eseguire questa mattina l'arresto di quattro persone accusate delle intimidazioni ai danni del procuratore generale di Reggio Calabria, Salvatore Di Landro, e del procuratore della Repubblica, Giuseppe Pignatone.

Lo Giudice, pochi giorni dopo l'arresto avvenuto lo scorso anno, si autoaccusò della progettazione e dell'ideazione degli attentati rivelando i nomi degli affiliati alla sua cosca incaricati dell'esecuzione tra cui anche il fratello Luciano.

Furono tre le intimidazioni compiute lo scorso anno ai danni di magistrati di Reggio Calabria di cui sono accusati i quattro affiliati alla 'Ndrangheta.

Il primo attentato fu messo in atto il 3 gennaio contro la sede della Procura generale con una bomba fatta esplodere davanti al portone.
Il secondo attentato risale al 26 agosto e fu compiuto contro l'abitazione di Di Landro.
Anche in questo caso di fronte alla casa fu collocato un ordigno.
L'ultima intimidazione risale al 5 ottobre, giorno in cui fu collocato un bazooka davanti agli uffici del Dda, diretta dal Procuratore Giuseppe Pignatone.

Le intimidazioni sono state una reazione della cosca dopo l'arresto di Luciano Lo Giudice, uno dei capi del gruppo criminale, arrestato nell'ottobre del 2009 con l'accusa di usura e a cui furono anche sequestrati beni per 15 milioni di euro.

Antonino Lo Giudice si rivolse ai magistrati, chiedendo loro di intercedere dopol'arresto del fratello ma alla risposta negativa la cosca avviò la strategia degli attentati.

15/04/2011
Parole chiave:
'ndrangheta - arresti