Roma: intitolata un’aula alla memoria di Boris Giuliano
Oggi, presso la Scuola superiore di Polizia, alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, è stato intitolato alla memoria di Giorgio Boris Giuliano, dirigente di Polizia e Medaglia d’oro al Valor civile, il Centro studi internazionali ed è stato inaugurato il progetto “Boris Giuliano Lab”.
All’evento erano presenti, oltre ai familiari di Giuliano, il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, il ministro della Giustizia Carlo Nordio ed il capo della Polizia Vittorio Pisani.
La giornata celebrativa è stata organizzata a pochi giorni dalla ricorrenza del 45° anniversario dell’uccisione di Boris Giuliano. Per l’occasione, davanti all’ingresso del Centro studi internazionali della Scuola, i familiari del funzionario hanno scoperto la targa commemorativa e il busto a lui intitolati, realizzato, quest’ultimo, dall’artista Alessandro Mutto.
All’interno dell’aula Parisi, successivamente, si è svolta una tavola rotonda per ricordare la figura di Boris Giuliano, lungimirante dirigente della Squadra mobile palermitana e uomo dalle spiccate doti umane. Il ricordo personale è stato affidato alle parole del figlio Alessandro, oggi direttore centrale anticrimine della Polizia di Stato. Sono inoltre intervenuti il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Giovanni Melillo, il presidente della fondazione “Scintille di futuro” Pietro Grasso, promotore dell’iniziativa odierna ed il deputy assistant director dell’FBI Todd Bobe, che attraverso alcune immagini ha ripercorso gli anni in cui Giuliano aveva preso parte al corso FBI nella sede di Quantico (USA) ed ha sottolineato quanto, prima di altri, avesse compreso la connessione tra la mafia palermitana e quella americana e l’importanza della cooperazione di Polizia per aggredire efficacemente “cosa nostra”.
Il capo della Polizia Pisani ha ricordato che Boris Giuliano fu il primo investigatore della Polizia di Stato ucciso da “cosa nostra”; fu il primo dirigente di una Squadra mobile ucciso dalla criminalità organizzata.
In un tempo nel quale gli apparati investigativi erano ancora privi degli strumenti giuridici e tecnologici moderni. Pisani ha affermato che “i Dirigenti dell’epoca erano dei pionieri dell’investigazione” e “i rapporti giudiziari di Boris Giuliano hanno segnato l’inizio della lotta alla mafia”. Il Capo della Polizia ha esaltato la visione internazionale di Boris Giuliano, all’avanguardia per quegli anni, che aveva ricostruito i legami tra cosa nostra siciliana e la corrispondente organizzazione americana. “Un lavoro meticoloso svolto con un metodo investigativo, ricostruttivo-indiziario, che Boris Giuliano non aveva imparato da nessuno, anzi che lui ha inventato e che ha lasciato a noi in eredità”. “Ecco perché il suo sacrificio per gli investigatori della Polizia di Stato ha un valore diverso: per il metodo di lavoro che lui ci ha donato e sul quale noi tutti ci siamo nel tempo formati”. Il prefetto Pisani, infine, ha ringraziato il Presidente della Repubblica, per aver voluto presenziare alla cerimonia, affermando che “la Sua partecipazione conferisce sacralità storica alla figura di Boris Giuliano ed al valore formativo che la sua immagine ha per noi tutti, per i futuri giovani colleghi e per quanti si formeranno presso questa nostra prestigiosa Scuola”.
La battaglia contro la mafia condotta da Boris Giuliano a cavallo tra gli anni ’60 e ’70 venne interrotta da sette colpi di pistola esplosi vigliaccamente alle sue spalle, il 21 luglio 1979, fuori dal caffè Lux di Palermo, dal mafioso Leoluca Bagarella. Ancora oggi, Giuliano viene considerato un precursore delle moderne tecniche investigative, che affiancano agli arresti i sequestri dei patrimoni accumulati illecitamente della criminalità organizzata di stampo mafioso.
Le conclusioni sono state affidate al ministro Piantedosi che ha sottolineato "Grazie al suo eccezionale fiuto investigativo Boris Giuliano seppe comprendere con lungimiranza che gli interessi della mafia superavano i confini nazionali, proiettandosi in un mercato globale grazie ad una rete di alleanze sempre più sofisticata tra le due sponde dell’Atlantico. Le sue indagini hanno fatto segnare una svolta nella lotta contro il crimine organizzato. E la sua eredità non è andata perduta. Al contrario, ha acceso una fiamma di speranza e di rinnovata determinazione nella lotta contro la mafia. Oggi intitoliamo a lui questo Centro e, con l’inaugurazione del Learn Act Build, consolidiamo quella collaborazione transoceanica che proprio con Boris Giuliano prese l’avvio e che oggi rappresenta un fiore all’occhiello delle attività investigative del nostro Paese".
Nel corso della cerimonia, i commissari del 112° corso, accompagnati dal direttore della Scuola Anna Maria Di Paolo hanno omaggiato di un dono il Presidente della Repubblica che oggi festeggia il suo compleanno.
Il Boris Giuliano LAB è un progetto di studio e approfondimento per studenti universitari, che affronta in modo multidisciplinare il tema della criminalità organizzata tra Italia e Stati Uniti.
L’obiettivo è quello di costruire una rete di giovani leader, esperti di crimine organizzato transnazionale, favorendo le occasioni di scambio culturale e la mobilità studentesca è la premessa per poter affrontare con successo la sfida che la criminalità organizzata impone.