Roma: riaperto il caso, arrestato il killer
"Sono l'ispettore
Zanardi", così si presentava al 113 Antonio De Pasquale, beneventano di 36 anni, accusato oggi di aver compiuto 7 rapine e di aver
assassinato a Roma nel 2004 la guardia giurata Gianluca Pes. Il motivo delle telefonate era quello di dare falsi suggerimenti alle forze
dell'ordine per depistare le indagini sulle rapine da lui compiute. De Pasquale non avrebbe mai sospettato che invece quelle telefonate, a distanza
di quattro anni, sarebbero servite a incriminarlo.
Le rapine del pregiudicato beneventano avvenivano tutte nello stesso modo: le vittime erano scelte nei garage del quartiere romano di Tormarancia,
dove De Pasquale abitava, venivano minacciate con la pistola e interrogate per sapere se avessero parenti nelle forze dell'ordine. In questo caso
il rapinatore diventava ancora più violento nei loro confronti. Alla rapina seguiva la telefonata alla polizia, ai carabinieri o al 118
dell'ispettore Zanardi per dispensare consigli e "aiutare" nelle indagini, in realtà per prendersi gioco degli investigatori.
Nella notte del 21 dicembre 2004, quella dell'omicidio Pes, doveva avvenire una rapina come le altre, ma qualcosa non ha funzionato: Pes ha reagito
e la semplice rapina è finita in tragedia. Gianluca è stato ucciso con due colpi di calibro 9, pistola rubata in passato, nel garage
della sua abitazione in via dei Georgofili.
Questa la ricostruzione del giallo fatta dagli investigatori dei "casi freddi", una sezione della squadra Mobile di
Roma che sei mesi fa aveva riaperto il caso. Fondamentali per l'accertamento della serialità dei crimini sono stati, oltre alle prove
raccolte dagli agenti e l'analisi elaborata dalle due criminologhe che hanno lavorato al caso, anche la comparazione che la Scientifica ha
effettuato sui tabulati telefonici. Infatti l'assassino chiamava dopo le rapine usando i telefonini rubati alle vittime nei quali inseriva la
propria scheda telefonica. La Scientifica, ha così stabilito che la pistola con la quale Pes è stato ucciso era quella rubata qualche
giorno prima a un'altra guardia giurata, crimine per il quale il sedicente ispettore Zanardi, si era "autodenunciato" al telefono.
L'indagine, coordinata dalla Procura di Roma, è ancora aperta per l'attribuzione di altre 13 rapine che potrebbero essere state compiute nel
2004 da De Pasquale.