Sale scommesse: chiusi 12 locali e denunciate 24 persone
Operazione “Reset”, così è stata denominata l'indagine che si è conclusa stamattina con la chiusura di 12 sale giochi, la denuncia di 24 persone responsabili di esercizio abusivo di attività di gioco e ricettazione, la contestazione di 59 sanzioni amministrative, che hanno anche riguardato il mancato rispetto delle regole di sicurezza sul lavoro.
Sono stati inoltre sequestrati oltre 21 mila euro in contanti e, soprattutto, preziosi documenti contabili utili per ricostruire i flussi illeciti di denaro. Si tratta di una vera e propria contabilità, parallela a quella legale, riportata sia in tradizionali "libri mastri" in cui venivano indicati nomi, cifre e conti correnti, anche stranieri, sia in sofisticati software di gestione contabile.
L’operazione, che ha interessato le province di Bari, Napoli e Palermo, ha coinvolto circa 300 poliziotti specializzati che appartengono ai “Nuclei della polizia dei giochi e delle scommesse”, istituiti presso il Servizio centrale operativo (SCO), poliziotti delle Squadre mobili delle città coinvolte, nonché personale delle Divisioni anticrimine delle questure e dei Reparti prevenzione crimine impegnati su quei territori.
L'operazione ha permesso di mettere in luce un aspetto molto pericoloso: l'aumento di minorenni che si affacciano al mondo delle scommesse molto spesso inconsapevoli del rischio che corrono. In particolare a Bari gli agenti hanno perquisito e controllato sale scommesse strategicamente ubicate nei pressi di alcune scuole.
Un giro di affari, quello che ruota attorno al mondo dei giochi e delle scommesse, che ha raccolto nel 2016 oltre 90 miliardi di euro e che ha, ovviamente, attirato anche l'interesse delle organizzazioni criminali italiane e straniere, anche di tipo mafioso. Numerose inchieste condotte dai poliziotti hanno evidenziato come la mafia tradizionale, attraverso società, spesso aventi sede in "paradisi fiscali", esercitano abusivamente attività di gioco e scommesse sul territorio nazionale, anche per riciclare quantità di denaro provenienti dalle attività criminali tradizionali, tra le quali il traffico di droga, le estorsioni e i guadagni che giungono dagli appalti truccati.