Sedici arresti nella cosca Crea di Reggio Calabria
Sedici persone arrestate, di cui cinque ai domiciliari, è il risultato dell'operazione "Deus"conclusa stamattina e condotta della Squadra mobile di Reggio Calabria e del commissariato di Gioia Tauro, coordinati dal Servizio centrale operativo. Il nome dell'operazione deriva dal fatto che tra gli arrestati c'è anche il capo clan, Teodoro Crea detto "Dio onnipotente".
Tutti i fermati sono accusati, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, estorsione e intestazione fittizia di beni.
L'operazione ha consentito ai poliziotti di svelare le numerose attività criminali della potente cosca Crea, egemone nel comprensorio di Rizziconi (Reggio Calabria).
Al centro dell'indagine una serie di condizionamenti nella pubblica amministrazione, estorsioni, appalti e frodi all'Unione europea.
Anche tre politici locali, che negli anni hanno rivestito ruoli chiave nell'amministrazione di Rizziconi, sono coinvolti nell'indagine. Il comune di Rizziconi è da anni al centro di forti pressioni della 'Ndrangheta e fu sciolto per mafia nel 1995 e nel 2000. Nel 2011 ci furono invece le dimissioni del sindaco e di 9 consiglieri che avevano denunciato infiltrazioni delle cosche nella pubblica amministrazione.
Fondamentale per le indagini è stato il contributo dell'ex sindaco di Rizziconi, eletto nel marzo 2010. L'uomo, eletto alla guida di una lista civica, sin dal momento della sua elezione, ha avviato una collaborazione con la Polizia di Stato e la magistratura; denunciò infatti irregolarità, anche penali, nella gestione dell'amministrazione comunale, finalizzate a favorire gli interessi illeciti della cosca Crea.
Nel corso dell'operazione sono stati sequestrati anche beni, riconducibili alla famiglia CREA, tra cui ville e terreni, oltre che conti correnti bancari, per un valore complessivo quantificabile in oltre 5 milioni di euro.
Uno dei figli del boss Teodoro Crea, Giuseppe, di 36 anni, destinatario di un provvedimento cautelare, è tuttora latitante.
(modificato il 07/06/2014)