Task force per il Mediterraneo
Il Dipartimento della P.S. ed in particolare la Direzione Centrale della Polizia dell' Immigrazione e delle Frontiere (DCIPF) ha presentato una proposta di un piano di azione per l'attuazione delle misure indicate dalla Task force mediterranea . L'iniziativa è finalizzata a fronteggiare l'emergenza migratoria nel mediterraneo ed è stata condivisa con rappresentanti delle istituzione europee e dell'Agenzia Frontex. Nell'ambito delle attività preparatorie in vista della Presidenza italiana della SCIFA (Comitato permanente sull'immigrazione frontiere ed asilo) la predetta Direzione Centrale ha lavorato in stretto raccordo con la Commissione europea, all'elaborazione di un documento congiunto (Presidenza-Commissione) che mira ad individuare le priorità da portare avanti nel quadro delle linee di azione elaborate dalla Task Force Mediterranea. Questo documento sarà presentato nella prima riunione dello SCIF A che si terrà a Bruxelles 1'11 luglio.
L'attuale emergenza migratoria nella regione del Mediterraneo richiede un nuovo approccio che miri al coinvolgimento pieno e responsabile dei Paesi terzi interessati, alla concreta applicazione dei principi di solidarietà e di condivisione delle responsabilità tra gli Stati membri VE e allo sviluppo di modelli e capacità innovativi nella gestione dei flussi migratori misti. Il coinvolgimento diretto e responsabile dei Paesi terzi di origine di transito nella gestione delle complesse dinamiche migratorie postula, ovviamente, lo sviluppo con detti Paesi di forme di collaborazione operativa in grado di soddisfare le concrete esigenze di questi ultimi in termini di capacity building e di rafforzamento delle loro capacità operative. Quanto all'attuazione dei principi solidaristici e di responsabilità condivisa tra gli Stati membri, tra le iniziative da adottare potrebbero essere menzionate le seguenti:
a) Consolidamento e/o ampliamento di un approccio esterno comune in materia di asilo
attraverso:
• un'equa partecipazione degli Stati membri nei programmi di reinsediamento europei da attivare in collaborazione con UNHCR, OIM ed EASO;
· il sostegno ai programmi di protezione regionale, in collaborazione con UNHCR, OIM ed .BASO. nei Paesi terzi confinanti con quelli di origine e, ove possibile, nei Paesi terzi di transito, compresa la Libia.
b) Piena attuazione della nuova legislazione CEAS attraverso una cooperazione pratica rafforzata, in particolare:
• collaborazione tra gli Stati membri nell'attività di individuazione e rintraccio dei familiari (family tracing) che si trovino già nel territorio di uno Stato Membro ai fini dell'applicazione del criterio di determinazione dello Stato responsabile dell'esame della domanda di asilo, ai sensi del Regolamento n. 60412013 (Dublino III), che attribuisce all'unità familiare una rilevanza prioritaria.
c) Riflessione su possibili sviluppi in materia di asilo nell'area Giustizia e Affari Interni:
· attuazione, da parte degli Stati membri e dell'BASO, di un progetto pilota per creare
negli Stati membri una rete (pool) di strutture di accoglienza dove i migranti bisognosi
di protezione internazionale potrebbero essere trasferiti, dopo un primo screening nei
luoghi di sbarco;
· una riflessione comune sul percorso da intraprendere per l'attuazione del principio del
reciproco riconoscimento delle decisioni degli Stati membri in materia di asilo.
d) Una maggiore partecipazione degli Stati membri nelle operazioni congiunte alle frontiere marittime coordinate da Frontex, in termini di assetti aerei e navali da impiegare in attività di pattugliamento, che implica ovviamente un incremento del budget messo a disposizione dell' Agenzia per finanziare tali operazioni.
La pluriennale esperienza acquisita da Frontex e dagli Stati membri nell'attività di sorveglianza marittima insegna che l'unico strumento che può efficacemente essere attivato per il contenimento, se non l'azzeramento, delle rotte di immigrazione clandestina via mare è rappresentato dalla cooperazione con i Paesi da cui salpano le imbarcazioni. Solo, infatti, l'impegno di questi Paesi a controllare le proprie coste può impedire alla reti criminali di compiere le loro attività illecite e salvare i migranti da un destino spesso tragico, come gli ultimi drammatici fatti stanno a dimostrare. Lo sviluppo della cooperazione operativa con le competenti autorità dei Paesi terzi che si affacciano sul Mediterraneo, ai fini di un loro coinvolgimento in attività di pattugliamento e di ricerca e soccorso, è dunque fondamentale. Questi Paesi dovrebbero essere sostenuti nei loro sforzi per allineare i propri sistemi di gestione delle frontiere e dell'immigrazione agli standard dell'UE ed internazionali per quanto riguarda il rispetto dei diritti umani ed il corretto funzionamento delle procedure di asilo e di protezione internazionale. L'esistenza di standard adeguati in tale ambito è, infatti, un pre-requisito per sviluppare modelli di cooperazione operativa rafforzata con i Paesi di origine e di transito, in grado di garantire risultati concreti e duraturi in termini di contenimento della pressione migratoria irregolare. Anche la collaborazione in materia di riammissione e rimpatrio con i Paesi di origine di tali flussi costituisce elemento essenziale delle politiche migratorie degli Stati membri e dell'Unione Europea nel suo complesso.
Aggiornamento del 20 ottobre 2014
Il Consiglio è stato informato dalla Commissione, FRONTEX e L'Agenzia Ufficio europeo di sostegno per l'asilo (EASO) sugli ultimi sviluppi operativi nel contesto della Task Force Mediterraneo (TFM). Si è compiaciuto dei progressi finora compiuti nei settori chiave individuati e l'attiva di coinvolgimento di tutte le parti interessate in questo processo. Il Consiglio ha riconosciuto che la situazione nel Mediterraneo è di grande preoccupazione per tutti Stati membri. La tempestiva attuazione delle iniziative individuate dalla Task Force, con il contributo attivo di tutti i soggetti coinvolti, è la chiave per aiutare gli Stati membri a affrontare le sfide che stanno attualmente affrontando. In questo contesto, il Consiglio ha accolto con favore l'annuncio da parte della Commissione e FRONTEX sul lancio, dal primo di Novembre, dell'operazione TRITON finanziata dall'UE, mirante a rafforzare la frontiera e la sorveglianza nelle acque vicino alle coste italiane.
(modificato il 20/10/2014)