Unicef & Polizia: da 15 anni insieme per la solidarietà
Giacomo Guerrera, presidente del Comitato italiano per l'Unicef dal 2012, ha rilasciato al nostro sito un'intervista esclusiva. Nelle parole del presidente il rapporto di collaborazione tra Polizia di Stato ed Unicef che dura da 15 anni.
Quindici anni di collaborazione con la Polizia di Stato: quanti e quali progetti sono stati realizzati con l'aiuto di coloro che hanno acquistato il calendario?
In questi quindici anni, grazie alla collaborazione con la Polizia di Stato e al sostegno di tutti coloro che hanno deciso di dare il proprio contributo all'Unicef, abbiamo realizzato progetti in diversi Paesi del mondo, dal Benin, alla Moldavia, al Congo, Guinea Bissau, Repubblica Centrafricana, fino al Camerun, alla Tanzania, al Bangladesh. Con i fondi che raccoglieremo quest'anno, continueremo a sostenere il Sud Sudan, dove la profonda crisi sta mettendo in serio pericolo le vite di migliaia di bambini esposti ad abuso e sfruttamento.
Come vengono scelti i progetti da finanziare volta per volta?
La scelta dei progetti da finanziare, di volta in volta, avviene tramite un processo di analisi tra le emergenze più importanti o tra i Paesi con gravissimi problemi. Fino ad ora, grazie al Calendario della Polizia, sono stati raccolti più di due milioni di euro, che abbiamo utilizzato per favorire l'accesso a servizi di protezione sociale alle famiglie più povere e vulnerabili, per prevenire i fenomeni di sfruttamento e abbandono e per garantire assistenza continua e reinserimento sociale ai bambini lavoratori e di strada, in diversi Paesi.
La crisi economica che ha toccato tutto il mondo occidentale ha limitato anche la voglia di aiutare i bambini in difficoltà?
Nonostante la crisi abbia influito su tutti gli aspetti della nostra vita, gli italiani hanno continuato ad avere fiducia nell'azione dell'Unicef perché rappresentiamo un'organizzazione seria, efficiente e di cui le persone possono fidarsi. I contributi che riceviamo li traduciamo in azioni concrete a salvaguardia dei diritti e della vita di milioni di bambini nel mondo che sono in forte stato di necessità.
Per Unicef, un'organizzazione internazionale, quanto è importante una partnership con un organismo istituzionale?
Il rapporto che abbiamo costruito con la Polizia di Stato è per noi un motivo di orgoglio, perché se guardiamo più attentamente alla collaborazione, alla sua unicità, abbiamo in campo due forze: un'Istituzione dedita alla protezione e alla tutela dei cittadini che sostiene un'Organizzazione che salvaguarda i diritti dei bambini in oltre 190 Paesi.
Questa partnership è un po' come la quadratura di un cerchio, una sinergia di solidarietà che da qui si propaga in tutto il mondo, attraverso un semplice e piccolo gesto, l'acquisto del Calendario. Ci auguriamo che questo comune impegno continui ancora per poter raggiungere sempre più bambini in tutto il mondo.
Due motivi per i quali è necessario impegnarsi in una donazione con l' Unicef.
Potrei citare innumerevoli motivi per spiegare perché sia importante impegnarsi con una donazione all'Unicef, ma sono due gli aspetti che ho più a cuore e che mi rendono orgoglioso di far parte di questo universo. Innanzitutto, l'Unicef rappresenta una scelta, una scelta di vita per se stessi e per gli altri.
Quando, attraverso una donazione, garantiamo ad un bambino la possibilità di vivere una vita in cui possa sviluppare le proprie capacità, noi stiamo aiutando l'intero futuro di una nazione e quindi anche il nostro ed è importantissimo, se vogliamo realizzare quel cambiamento di cui tanti parlano ma che pochi riescono a rendere concreto.
In secondo luogo, l'Unicef è un'organizzazione fatta di persone che ascoltano, sentono e si confrontano instancabilmente, perché per fare questo lavoro, soprattutto quando si sta sul campo, ci vogliono passione, impegno e dedizione.
Il crescere del numero di Ong impegnate sugli stessi temi rischia di disperdere i potenziali aiuti in micro-progetti dall'impatto limitato?
Può succedere, soprattutto a ridosso di grandi emergenze. L'Unicef, invece, è presente in quasi tutto il mondo con i propri programmi e progetti sul campo.
Anche quando si verifica un'emergenza o catastrofi naturali, l'Unicef è già sul posto da anni e lavora al fianco delle comunità e dei bambini.
Donano di più aziende e imprenditori o cittadini "normali"?
In quest'ambito le modalità di donazione avvengono in maniera differente. Aziende e imprenditori quando decidono di supportare le azioni dell'Unicef coinvolgono spesso le proprie strutture, tutti i dipendenti che decidono di partecipare a questa maratona di solidarietà.
I cittadini privati allo stesso modo hanno dimostrato una grande fiducia nella nostra organizzazione e nei progetti che sostengono.
I nostri donatori sono molto attenti e dimostrano sempre una gran sensibilità per gli appelli che condividiamo.
Come Unicef, continuiamo e continueremo a ringraziare chiunque voglia sostenerci perché la chiave del nostro impegno è questa: un circolo di solidarietà che ci consente di realizzare i nostri progetti. I nostri donatori che siano cittadini privati o aziende sono una parte essenziale di questa organizzazione.
Quali sono i progetti ai quali siete più legati e perché?
In genere non abbiamo un progetto al quale siamo più legati, nel senso che tutti i progetti che sosteniamo sono importanti. Non ci dimentichiamo che al centro ci sono sempre i bambini, il loro benessere e il loro futuro, ovunque essi si trovino.
In questi anni ci siamo concentrati molto sui bambini che vivono profonde crisi e soprattutto emergenze.
Abbiamo così allestito Spazi a Misura di Bambino, fornito materiali didattici, vaccini, formato insegnati e personale medico qualificato, abbiamo lavorato con i Governi per liberare centinaia di bambini diventati "piccoli soldati".
Ma ci siamo occupati anche dei nostri piccoli, promuovendo stili di vita sani e corretti qui in Italia, nelle Asl, negli ospedali, nelle scuole, nei comuni e ovunque l'Unicef, attraverso la forza dei suoi operatori e volontari, possa arrivare.
Franco Cosentino
(modificato il 30/11/2015)