Venezia: manette per gli eredi della "mala del Brenta"
Erano specializzati in furti ai danni di casse continue, bancomat e casseforti di centri commerciali, banche, laboratori orafi e negozi del centro-nord Italia, gli undici componenti di un'organizzazione criminale arrestati questa mattina dagli uomini della Squadra mobile di Venezia, a conclusione dell'operazione "Marmotta". Sono accusati di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati contro il patrimonio, ricettazione e riciclaggio.
Nei loro assalti i criminali utilizzavano anche l'esplosivo per sradicare le casseforti ancorate alle mura o al terreno, provocando ingenti danni alle strutture colpite.
La banda, composta da pregiudicati veneti, era organizzata e guidata da Andrea Vasti, tra gli arrestati di questa mattina, e aveva raccolto l'eredità della "mala del Brenta", di cui alcuni suoi membri erano stati fiancheggiatori. Il gruppo criminale era attivo in una vasta area ed aveva realizzato decine di colpi in tutto il Veneto, Lombardia, Emilia Romagna, Marche, Molise ed Abruzzo.
L'indagine è iniziata nel gennaio 2010, nell'ambito delle attività di contrasto al fenomeno dei reati particolarmente cruenti, e subito l'attenzione degli investigatori si è concentrata su un gruppo di malavitosi veneti, già noti alle forze dell'ordine.
L'utilizzo di intercettazioni telefoniche e ambientali, pedinamenti, appostamenti e localizzatori satellitari, ha permesso di delineare la struttura dell'organizzazione specializzata nella commissione di reati contro il patrimonio, con un programma criminoso ben preciso. Nella pianificazione dei colpi e nelle loro conversazioni intercettate dalla polizia, i membri della banda parlavano in codice; le casseforti da assaltare erano definite "marmotte", definizione che ha dato il nome all'indagine.
La merce rubata veniva stoccata in alcuni capannoni nelle province di Venezia e Padova per essere successivamente ricettata sui mercati del nord. In uno di questi gli agenti hanno sequestrato migliaia di capi di abbigliamento di molte marche famose, ricetrasmittenti in bassa frequenza utilizzate durante i furti, scanner per intercettare le frequenze delle forze dell'ordine, bombole di acetilene ed ossigeno per far esplodere le casseforti, passamontagna e decine di migliaia di euro in contanti.
La banda era impegnata anche in attività finanziarie illecite: Andrea Vasti aveva costituito alcune società che utilizzava per realizzare truffe e frodi attraverso false fatturazioni, con l'emissione di assegni scoperti ottenuti tramite l'apertura fittizia di conti correnti. Per questa attività le indagini sono ancora in corso e sono indagate 13 persone, titolari di imprese edili e commerciali.