Verona: inseguimento in A4, arrestati 2 magrebini
Ieri, il Tribunale di Brescia, previa convalida dell'arresto di due magrebini, da parte dei poliziotti della Sezione di Polizia Stradale di Verona, con l'accusa di "detenzione e trasporto ai fini di spaccio di sostanza stupefacente, nonché di resistenza a PP.UU", ha differito l'udienza dibattimentale a data da destinarsi, accogliendo la richiesta dei termini a difesa del legale dei due arrestati; questi ultiimi, tuttavia, nell'attesa rimangono ristretti presso il carcere di Brescia.
L'arresto, eseguito tra le province di Verona e Brescia, risale al primo pomeriggio di giovedì 12 aprile, allorquando una pattuglia della Sottosezione Polizia Stradale di Verona Sud, mentre vigilava lungo l'Autostrada A4, nel tratto compreso tra i caselli di Brescia est e Peschiera del Garda, s'insospettiva al transito di una Renault Laguna con a bordo i due magrebini.
Dopo una rapido sguardo d'intesa, gli agenti decidevano di imporre l'alt all'autovettura che, anziché rallentare e fermarsi, accelerava con il chiaro scopo di "seminare" la pattuglia ed eludere il controllo. Si ingaggiava così un inseguimento durato qualche chilometro sul filo dei 180 km/h, nel corso del quale il conducente del veicolo in fuga effettuava pericolose manovre di sorpasso e decelerazioni improvvise scartando sulla corsia di emergenza. Insomma, veri e propri tentativi di "liberarsi" dalla morsa dei poliziotti.
I due stranieri, messi alle strette, decidevano allora di giocare il tutto per tutto inchiodando le gomme all'asfalto e nel mentre la pattuglia per qualche istanti li affiancava, il passeggero gettava a terra dal finestrino un involucro. La situazione era concitata: poliziotti e magrebini si precipitavano fuori dai mezzi ma i primi sono più veloci dei secondi e le manette scattavano ai polsi dei fuggitivi. Un agente rimaneva a sorvegliare i due individui mentre il collega recuperava l'involucro disperso.
Il conducente dell'auto, un marocchino 32 enne ed il suo connazionale 44enne, capivano che per loro la corsa terminava in caserma in quanto quel piccolo sacchetto di cellophane conteneva 53 grammi di cocaina, sufficienti a sostenere l'accusa di detenzione e trasporto al fine di spaccio di sostanza stupefacente, nonché di resistenza a PP.UU., essendosi, con il loro comportamento pericoloso, opposti al controllo mettendo a repentaglio l'incolumità degli agenti e degli ignari automobilisti che viaggiavano in autostrada.